Diventare coach e formatore è stata una scelta naturale, una risposta al mio stile di vita e alle domande che mi ponevo da tempo.
Sono nato nel 1988 e, dopo un’infanzia tranquilla, dalle scuole medie in poi sono entrato in una costante e confusa ricerca della strada giusta. Che scuola scegliere? Su quale carriera puntare? Come capire se quella scelta è davvero quella giusta? Come molti, ho proceduto per tentativi e, nella mia personale bilancia tra scelte azzeccate e meno, ho sempre avuto l’impressione che il piatto degli errori fosse ben saldo a terra, mentre quello delle decisioni giuste fosse leggero e inarrivabile. Un evento specifico, una porta chiusa in faccia, mi ha fatto decidere di abbandonare i tentativi e iniziare un percorso concreto.
Dopo il diploma, mentre cercavo di rispondere alle solite domande “E adesso cosa faccio? Cosa mi piacerebbe davvero fare?”, ho accettato il primo lavoro temporaneo che ho trovato: vendere contratti di gas e luce. Ricordo quel periodo per le tante porte, molte delle quali chiuse in faccia senza neanche il tempo di dire “Buongiorno!”. Una in particolare ha segnato l’inizio del mio cambiamento: prima di chiudermela in faccia, il proprietario mi ha detto “Ragazzo, parli parli, ma io sto pensando ad altro e non ti seguo neanche un po’.”
Quella porta chiusa ha aperto tutte le altre.


















